Piazza del Rosario
Consacrata il 21 maggio 1499, inizialmente dedicata all’Annunziata, mentre la nascita della Arciconfraternita del SS. Rosario si ha con l’arrivo dei Padri Domenicani insediatosi nell’edificio accanto e così nacque il convento nel 1401, il primo in Calabria. Una volta soppresso, la struttura ebbe altri funzioni tra cui il Tribunale, mentre oggi è ubicata la Caserma della Finanza Laganà, sede del comando regionale Calabria. È stata ristrutturata numerose volte nel corso del tempo, soprattutto a causa dei danni riportati dai terremoti, tanto da dover rimanere chiusa per oltre mezzo secolo, dal 1832 al 1891. Oggi ha una facciata in stile neoclassico della prima metà del ‘900 con un’ampia scalinata che presenta la chiesa in tutta la sua bellezza e l’accesso è anche consentito tramite una doppia scalinata laterale. L’interno è a croce latina con una grande navata centrale, due laterali e sette cappelle. L’altare maggiore, che proviene dalla chiesa soppressa di Santa Caterina del XVIII secolo, è in stile barocco, ad opera di Silvestro e Giuseppe Troccoli, sormontato da quattro colonne in marmo verde di Gimigliano con al centro il dipinto di San Domenico da Soriano. L’altare laterale a destra del transetto è del Santissimo Nome di Gesù del 1665, mentre quello a sinistra è dedicato alla Madonna del SS Rosario del 1615 di Andrea Maggiore da Carrara, rappresentata dal dipinto su tavola di cipresso. La Madonna del Rosario e Misteri, pittura del XVI sec. raffigura San Domenico mentre riceve il Rosario di DirkHendricksz, detto Teodoro d’Errico il fiammingo. In fondo alla navata centrale sono poste le statue in marmo raffiguranti il SS. Salvatore del XVI sec. e La Madonna della Purità del 1613 di Francesco Cassano. In ciascuna nelle omonime cappelle sono collocate la Statua di Santa Liberata e quella della Beata Vergine Addolorata. Quest’ultima indossa un vestito in seta catanzarese di colore blu molto scuro in stile Impero del XIX sec. Altri quadri bellissimi ornano le pareti della chiesa con Il Martirio di San Pietro di Verona del 1719 copia dell’omonima tela di Mattia Preti e quello di San Tommaso, che riceve il Cingolo, i Santi e Beati domenicani in gloria e Sante e le Beate domenicane in gloria di Giuseppe Castellano del 1702. Infine nella Sagrestia troviamo La Madonna della Vittoria del XVII, importante ed originale tela commemorativa della battaglia di Lepanto, Il Bambinello Gesù del XVIII secolo, la statua della Madonna del Rosario esposta ai fedeli nei mesi di maggio e ottobre, il Ritratto di Domenico Scaramuzzino del XIX sec. ed una lavabo settecentesco in marmo verde di Calabria. La chiesa custodisce numerosi arredi e paramenti liturgici, che testimoniano la nobile arte della seta catanzarese con diverse tipologie di stoffe, che vanno dal XVI al XX sec, tra cui il damasco ed il velluto. Vi è custodita la pianeta detta dei Borgia, tra le più importanti della città, per tradizione ordinata da Papa Alessandro VI in occasione delle nozze tra Goffredo Borgia, quest’ultimo suo figlio naturale e Donna Sancia D’Aragona, che vennero celebrate a Napoli il 7 maggio del 1494 diventati in seguito Principi di Squillace. La pianeta è considerata sempre per tradizione del ‘500 ma in realtà risulta essere del ‘600. Vicino alla chiesa, è ubicata la Congrega dell’Arciconfraternita del SS. Rosario risalente al 1621 con pavimento coevo in marmo, arredi a tre gradini con alto schienale scolpiti in legno di noce, ornamenti sulle pareti a stucco del 1683 con il grande stemma del Sodalizio ad altorilievo ed i dipinti murali di D. Grillo della metà 900 che raffigurano i 15 misteri della preghiera del SS. Rosario, Pio V in preghiera e la Visione di San Domenico.





