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Via Guglielmo Pepe
La costruzione della chiesa e del convento risale tra il 1585 e il 1588, sotto il vescovato di Nicolò Orazi e il pontificato di Sisto V. Poco dopo la sua edificazione, il ristretto parrocchiale che l’ospitava, prese il nome di quartiere Stella. Fu danneggiata dal terremoto del 1783 e il convento soppresso tra il 1815 e il 1822, quindi venne chiusa al culto e i due edifici passarono al demanio. Nel corso del XIX secolo l’ex convento divenne un orfanotrofio femminile, poi sede di una scuola d’arte catanzarese, oggi è “ casa del Conservatorio Tchaikovsky”. La chiesa venne riaperta grazie a Mons. Cantisani nel 1999. La facciata presenta un portale con due colonne e capitelli, al di sopra un finestrone e ai lati due torri campanare di piccole dimensioni. L’interno è a navata unica e l’altare è in stile barocco, realizzato in legno con lamine d’argento ed oro. L’organo risale al ‘700 e le canne perdute avevano una doratura e dipinte con fiori. Grazie ai lavori di restauro la chiesa s’ampliò con sei arcate, sotto delle quali venne posto un altare, tutti sormontati da fastigi lignei con colonne dorate. A sinistra nei tre altari sono disposti tre grandi quadri: San Michele Arcangelo, la Deposizione della Croce e l’ultimo è quello della Vergine Immacolata, di autore sconosciuto. A destra altri tre quadri: la Madonna del Rosario, che porta i timbri di ceralacca rossa, apposti all’epoca di Murat, la Sacra Famiglia, che è l’unica copia andata perduta di Mattia Preti e a seguire il quadro di San Francesco d’Assisi. Dispone di altri affreschi: il primo, raffigurante gli Angeli, posto all’altezza dell’altare Maggiore, il secondo raffigurante Santa Fara, che si festeggia il 7 dicembre ed un terzo dedicato alla Stella Maris, tutte opere di Guido Parentela realizzate nel XX secolo. Per problemi strutturali è ancora oggi chiusa.