Piazza Roma)
Nel 1562 anche a Catanzaro si diffuse la peste e la popolazione chiese aiuto al divino elevando pubbliche preghiere e un bel giorno, si racconta, apparve sotto abito di un pellegrino, San Rocco. Questi si avvicinò ad un artigiano catanzarese di nome Pignero Cimino il quale, infetto dal morbo, era agonizzante. Il pellegrino tirò fuori dallo zaino un unguento ed unse in forma di croce il petto e la fronte del povero moribondo, il quale guarì subito, poi chiese al Cimino se in città vi fosse un tempio dedicato a San Rocco e, avendo ottenuto una risposta negativa, indicò un luogo dove anni prima i catanzaresi avevano posto una fossa di calce con l’intenzione di costruire un tempio dedicato allo stesso Santo, ma che non ebbe risultati. Il vescovo del tempo, le autorità e tutto il popolo si portarono nel luogo indicato dal pellegrino e dopo aver scavato trovarono la fossa. Tutti gridarono al miracolo e in detta occasione giunse una statua di fino marmo di San Rocco ad opera di Gian Domenico D’Uria, acquistata a Venezia. Fra i più ferventi devoti, l’aristocratica catanzarese Guglielma De Cumis, essendo stata guarita per via dell’unguento miracoloso, fece costruire nel 1565 in onore di S. Rocco un convento di donne, denominato di San Rocco dell’Educanda, dove si rinchiuse con molte altre dame catanzaresi. La chiesa, edificata nell’interno del convento in onore di S. Rocco, ufficiata dai laici, disturbava le religiose per il continuo flusso di fedeli. Per tale motivo sorse nelle vicinanze e sul colle S. Trifone una nuova chiesa in onore di San Rocco e dove venne collocata la statua in marmo del Santo, trasferita dal convento, nell’alto dell’altare maggiore, dove tuttora si conserva e divenne San Rocco Minore o San Rocchello per distinguerla da quella esistente nel convento femminile. Il convento venne soppresso nel 1860, ma rimase attiva l’opera spirituale fino al 1860, quando poi venne convertito a Caserma di Fanteria “Soveria Mannella” e a distretto Militare. Il portale d’ingresso della chiesa, contenente in alto un affresco di San Rocco e il suo cane, oggi è visibile solo il volto del Santo. La facciata è semplice e in alto sulla parte centrale ci sono tre nicchie, una vetrata centrale colorata, mentre le altre due sono vuote, segno che contenevano in passato delle statue. Nell’edicola sul muro laterale è presente un’icona che raffigura S. Lucia. L’interno è composto da un’unica navata; l’altare maggiore risale al 1898, con la statua di S. Rocco, attribuita a Giovanni Domenico D’Auria, come detto in precedenza. Sono presenti tre cappelle per lato e sostenute da quattro paraste decorate con capitelli in stile corinzio. Nella prima a destra è posto un Crocifisso e il quadro dell’Addolorata del 1500; nella seconda c’è il quadro di Santa Lucia e quello delle anime del Purgatorio; nella terza l’altare di Santa Lucia e in una nicchia la sua statua. Sulla sinistra nella prima cappella un quadro della Madonna di Pompei e nelle nicchie le statue di S. Gioacchino e S.Anna e quella del cuore di Gesù. La seconda è una porta secondaria con una scritta che indica la consacrazione della chiesa: DIVO ROCHO DICATUM. Nella terza cappella risalta un altare in legno e in una nicchia la statua del Cuore Immacolato di Maria. La volta, a navata unica, evidenzia un dipinto della vecchia porta di Mare, un accesso antico della città.
