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Riccio: “Delibera ideologica e divisiva. Il Sindaco Fiorita ritiri subito l’atto. Il centrodestra blocchi

23/06/2025 15:53

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NOTIZIE, Riceviamo e pubblichiamo,

Riccio: “Delibera ideologica e divisiva. Il Sindaco Fiorita ritiri subito l’atto. Il centrodestra blocchi i lavori del Consiglio.”

«La delibera di Giunta n. 357 del 18 giugno scorso rappresenta uno dei punti più gravi della deriva ideologica di questa amministrazione. Con quell’at

«La delibera di Giunta n. 357 del 18 giugno scorso rappresenta uno dei punti più gravi della deriva ideologica di questa amministrazione. Con quell’atto – che concede il patrocinio istituzionale e un contributo economico al progetto Road to Pride 2026, promosso da Arciequa Catanzaro APS – il Comune non promuove l’inclusione, ma abbraccia una visione profondamente divisiva e lontana anni luce dai reali bisogni della cittadinanza.»

 

È quanto dichiara il consigliere comunale Eugenio Riccio, esponente del centrodestra catanzarese, che chiede con fermezza il ritiro immediato della delibera, rivolgendosi direttamente al Sindaco Fiorita.

 

«Non bastava il patrocinio istituzionale: si pretende anche che i cittadini catanzaresi finanzino – persino con un buffet – un’iniziativa che risponde a una logica identitaria ed escludente. Si invocano i diritti, ma si calpesta il principio di equità e imparzialità che ogni amministrazione dovrebbe garantire. Così facendo, si istituzionalizza una colonizzazione ideologica inaccettabile.»

 

Rivolgendosi al presidente di Arciequa Catanzaro, Riccio è netto:

«È fuori da ogni logica che un’associazione pretenda risorse pubbliche per un evento che non solo non unisce, ma divide, stigmatizza e marginalizza chi non si allinea a un certo pensiero. Le istituzioni appartengono a tutti, non a chi urla più forte.»

 

Non manca un duro passaggio nei confronti del Partito Democratico:

«Siamo di fronte a un PD cittadino allo sbando, in piena confusione identitaria e organizzativa. Un partito che interviene a corrente alternata: oggi in ‘Soccorso Rosso’ del Sindaco, domani alle prese con faide interne e accuse incrociate, come quelle mosse dalla stessa Doris Lo Moro contro la cosiddetta “congrega lametina”.»

 

Il consigliere attacca anche la segretaria regionale di Sinistra Italiana, Giulia Grandinetti, la quale in una nota ha espresso il desiderio di portare nelle scuole tematiche LGBTQIA+ e introdurre la cosiddetta carriera Alias:

«La signora Grandinetti, fino a ieri del tutto sconosciuta al panorama politico regionale, oggi si propone come promotrice di un progetto di rieducazione scolastica. Ma forse ignora – o finge di ignorare – che la carriera Alias è uno strumento privo di fondamento giuridico, bocciato dalla stessa Corte Costituzionale nella sentenza n. 143/2024, che ribadisce il principio della corrispondenza tra nome e sesso. L’introduzione di tematiche ideologiche nelle scuole, camuffate da buoni propositi inclusivi, è una forzatura che respingiamo con decisione.»

 

Per Riccio, la questione non è culturale, ma politica e istituzionale.

«Siamo dinanzi all’utilizzo improprio delle istituzioni pubbliche per veicolare visioni ideologiche che nulla hanno a che fare con i valori fondanti della nostra società. Si travestono da inclusione delle imposizioni identitarie che minano la coesione sociale e offendono la sensibilità della maggioranza silenziosa.»

 

Ecco allora l’appello, rivolto non solo al centrodestra ma anche al mondo cattolico, alla società civile, e alle aree del centrosinistra che ancora credono nella tradizione e nel buon senso:

«Serve un fronte largo e compatto per chiedere, senza tentennamenti, il ritiro della delibera.»

 

«Se il Sindaco non farà un passo indietro – conclude Riccio – chiedo ufficialmente che il centrodestra unito si faccia promotore di un blocco ad oltranza dei lavori del Consiglio Comunale. Non è una battaglia ideologica, è un dovere verso i cittadini che ci hanno affidato la rappresentanza dei loro valori. La città di Catanzaro non può e non deve diventare il laboratorio di un’agenda progressista scollegata dalla realtà. Abbiamo già visto – con l’esperienza dei campi rom – dove portano gli slanci ideologici privi di pragmatismo: a problemi ingestibili, incancreniti nel tempo. Non commettiamo lo stesso errore sotto le insegne dell’inclusione ideologica.»

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